EPICONDILITE
L'epicondilite è un'infiammazione che interessa i tendini che si inseriscono sull'epicondilo laterale del gomito. È conosciuta anche come gomito del tennista, in quanto, colpisce spesso gli sportivi di questa categoria. Tuttavia l'epicondilite non va intesa come una patologia che riguarda solo un piccolo gruppo di sportivi, poiché nella pratica clinica è assai più frequente ritrovarla in persone che svolgono altre attività sia lavorative sia sportive, o anche in chi non svolge occupazioni particolarmente pesanti.
In principio, il dolore associato all'epicondilite interessa soltanto i tendini, soprattutto quando si compiono movimenti di estensione del polso contro resistenza, e tende ad aumentare con l'attività. Se l'infiammazione si protrae nel tempo, la manifestazione dolorosa può irradiarsi lungo l'avambraccio e persistere anche a riposo, determinando la progressiva riduzione della funzionalità di mano, polso e gomito.
Questa entesopatia, spesso cronica, è caratterizzata dagli scarsi successi terapeutici. Ciò deriva dall’errore più comune, quello di non porsi sufficienti domande. Ne consegue che la maggioranza degli interventi terapeutici sono diretti solo sulla regione sintomatologica e non sulla sua reale causa.
Ma è possibile che una struttura così forte possa andare incontro a infiammazione solo per muovere il mouse di un computer? Ed è possibile che anche dopo un periodo di riposo e con la terapia farmacologica il dolore non cessi, tanto da portare il paziente persino alla chirurgia? E’ forse probabile che persista uno stimolo che, in qualche modo, mantenga tale infiammazione?
La spiegazione deriva dall’anatomia e dalla neuro-fisiologia. In realtà nella maggioranza dei casi, tutto ha origine da un’eccessiva tonicità dei muscoli scaleni (gruppo di muscoli laterali del collo). Tale tensione si ripercuote meccanicamente come lieve compressione sul tronco inferiore del plesso brachiale (innervazione dell’arto superiore), il quale trasporta anche fibre orto-simpatiche deputate al controllo del tono vasale della muscolatura e dei tendini dell’avambraccio. Il perdurare di questa condizione può determinare un deficit della vascolarizzazione di tutta la muscolatura dell'arto superiore, di conseguenza, laddove ci sia per natura una difficile perfusione ematica, come ad esempio nelle entesi (punti di inserzioni dei tendini), l’ossigenazione scende oltre i livelli consentiti dall’omeostasi. L’ischemia del tendine porta a morte cellulare e l'infiammazione non cessa finché qualcuno “riattacca la spina”. L’infiammazione, infatti, non è altro che una richiesta disperata di sangue che perdura finché le richieste metaboliche del tessuto non vengono soddisfatte.
La complessità dell’indirizzamento terapeutico deriva dal fatto che la tonicità della muscolatura anteriore del collo può essere determinata da svariati fattori come ad esempio: interferenze occlusali, interferenze visive, interferenze posturali, interferenze provenienti dagli organi interni, interferenze psico-somatiche, patologie del rachide cervicale.
Per risolvere la sintomatologia dolorosa da epicondilite è quindi necessario concentrarsi prima di tutto sulle cause che portano all’aumento di tonicità della muscolatura cervicale. Solo così il successo terapeutico sarà rapido e permanente.
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